Pd Catania, al Cortile Platamone va in onda il film “Ritorno al passato” con la regia di Jacopo Torrisi


Pubblicato il 27 Settembre 2021

Iena crepuscolare Marco Benanti.

Il cronista de “Le Iene” che sopraggiunge al Cortile Platamone, al crepuscolo di una domenica di fine settembre, è assalito da una sensazione di disagio distopico, quasi un dejà-vu proustiano. La sala (semivuota) in cui si svolge l’iniziativa del Pd catanese, ideata e convocata da un “regista” “immaginifico”, il leader della “corrente” dura e pura degli “jacopini”, il non più giovane Jacopo Torrisi, per discutere del futuro della città, è un tuffo nello spaziotempo, un ritorno ai ruggenti anni ‘90. Dal palco intervengono, dispensando ricette e proposte, figure come Enzo Bianco, Pietro Agen, Zina Bianca, Harald Bonura, Totò Bonura, Clelia Papale. Presente anche Francesco Marano, già segretario particolare di Bianco. Ed è subito anni ‘90.

Ed è subito “raggiante Catania”. Insomma per il centrosinistra il tempo si è fermato da tempo, a conferma dell’assenza di ricambio dei “gruppi dirigenti”, cristallizzati nella loro autoreferenzialità (e dire che questo sarebbe il “polo progressista”, volto cioè dall’ “innovazione”….), dall’altra parte nel cosiddetto “polo conservatore” si mettono assieme pezzi di ceto politico pagnottista, pardon trasformista.

A moderare il dibattito, nientemeno che il direttore de “La Sicilia” che all’iniziativa di ieri, nel quotidiano in edicola stamattina, ha dedicato la classica mezza pagina delle grandi occasioni e un incipit che ha probabilmente “guastato” la giornata al segretario provinciale del Pd, Angelo Villari, involontariamente chiamato dal redattore de “La Sicilia” col nome del fratello, Gianni, Gianni Villari, altro protagonista indiscusso della grande stagione politica di fine secolo. A questo proposito si attende puntuale rettifica nell’edizione di domani: “Il segretario provinciale del Pd è Angelo Villari, ripetiamo Angelo Villari, non Gianni, che è suo fratello, come erroneamente riportato nell’articolo di ieri”.

Il futuro di Catania, anzi il “Focus Catania”, come recita la locandina, che dovrebbe essere il tema della giornata, è in realtà uno “specchietto per le allodole”. Il vero sottotesto della discussione, che traspare in filigrana in tutti gli interventi sono le elezioni comunali (ma un po’ anche le regionali), le liste, gli schemi elettorali. Come attrezzarsi per fronteggiare lo “tsunami” di una destra (la peggiore d’Italia) che sembra raccogliersi attorno ad una “gigantessa” del consenso come Valeria Sudano, già esponente Pd, lanciatissima – con endorsement di Matteo Salvini – nella corsa alla conquista di Palazzo degli Elefanti. E dunque che fare?

Lo spiegano i relatori che si alternano sul palco, dal vivo o in collegamento. Da Claudio Fava, a Anthony Barbagallo, a Pierpaolo Montalto, a Viola Sorbello, a Niccolò Notarbartolo (che non sembra proprio a suo agio) a Pietro Agen, Enzo Bianco, Angelo Villari, Dino Giarrusso. Previsto l’intervento di Enza Meli, segretaria della Uil, che però, pur chiamata più volte al microfono, o almeno così ci sembra, ad un certo punto “scompare” senza intervenire. Previsto in locandina anche l’intervento di Carmelo De Caudo, segretario provinciale della Cgil, assente per “motivi personali”.

Per la Cgil interviene dunque l’ex Cisl Giuseppe D’Aquila: “La Cgil c’è, noi ci siamo, anche se il tempo è poco”, dice D’Aquila con piglio deciso, rivolgendosi ad una sala sempre più vuota in cui ancora “resistono” Enzo Bianco e Angelo Villari, contro cui – è utile ricordare, a proposito di futuro (ma anche di recente passato) di Catania – la Cgil si è costituita parte civile nel processo per il dissesto del Comune di Catania. Ma sono dettagli. Sempre dall’area Cgil arriva l’intervento di Giacomo Rota che, però, tiene a precisare, parla “da militante” del Pd.

Tutti nomi di “peso”, figure di potenti, ex potenti e aspiranti potenti, pochi, male armati e un po’ posticci, che sembrano aver esaurito la loro capacità attrattiva. Almeno a giudicare dalla scarsa affluenza all’iniziativa, tecnicamente un “flop”. Una settantina di persone circa. “Sono venuti solo quelli iscritti a parlare”, scherza un ex militante Pd oggi prestato all’associazionismo.

Ma c’è poco da ridere al pensiero che è proprio con questa esigua brigata che la (fu sinistra) catanese si accinge a fronteggiare un centrodestra fortissimo guidato dalla campionessa di preferenze Valeria Sudano. Non vorremmo risultassero profetiche le parole che uno storico militante del Pd ci rivolge a latere dell’iniziativa: “Con questi non arriviamo nemmeno al 5%”.

 


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